lunedì 19 dicembre 2016

                      Euh, quoi de neuf docteur? ✌😉







Il mio difficile rapporto con i suoni onomatopeici. 

 Definizione di Onomatopeico (Garzanti Linguistica):
f. -a; pl.m. -ci, f. -che
di onomatopea, che è formato per onomatopea: parola onomatopeica; voce di origine onomatopeica |verso onomatopeico, frase onomatopeica, che attraverso i suoni evoca ciò che esprime in parole.

 Da brava lettrice di fumetti ho iniziato con Topolino (a essere onesta durante la mia gioventù a Lussemburgo ero affezionatissima anche ai puffi, cioè a "Les Schtroumpfs". Come anche a"Tintin" a fumetti e a "Boule et Bill"). Crescendo, questi hanno ceduto il posto a Dilan Dog e Diabolik ( ahem! Alcuni classici della Disney sono rimasti delle costanti).
Sono sempre stata incuriosita dai suoni definiti a parole e so bene che esistono glossari e glossari che elencano la traduzione esatta del suono stesso. Però quel che ho sempre trovato curioso era che lo stesso suono, mettiamo l'abbaiare del cane, non è affatto lo stesso da paese a paese.

Ovvio. Ma neanche troppo.
Tanto per fare un esempio semplicissimo, torniamo a Fido. Un cane non fa lo stesso abbaio ovunque. Eh no! Infatti, un cane francese farà: "ouaf ouaf". Uno americano, "arf-arf". Un cagnolino tedesco emetterà un suono più gutturale, come "wuf, wuf". Interessante scoprire che quello turco invece abbaia con un "hav-hav“ o un " Kuçu, kuçu". E vorrei tanto sentirlo con le mie orecchie per scoprire se lo interpreterei proprio così anch'io.
Scherzo, ma troppo.
  
Come già scritto in un altro post, sono alle prese con la traduzione di un romanzo tedesco in cui l'autrice, questa volta, si è divertita a inserire un sacco di suoni onomatopeici. Piuttosto semplici, e renderli in italiano è altrettanto facile. Ma mi sono messa a riflettere.
 Perché io, se non mi complico la vita con ricerche su ricerche per restituire il senso alla perfezione e rimanere fedele al testo originale senza che il mio passaggio come traduttrice sia percettibile, beh, non dormo serena.

 Mi sono messa a fare ricerche più approfondite.
 Uno spavento e un'esitazione nella risposta della mia protagonista, io li interpreto con un suono differente da quello che trovo nei glossari. E qui non parlo dell'interpretazione personale di una frase, ma solo di un suono in sé. Perciò mi chiedevo, quanto posso allontanarmi dai codici predefiniti e quanto invece l'allontanarsene sia poi una libera interpretazione e finisca poi per scivolare nella traduzione sbagliata.
Una cosa è certa, in questo come in ogni altro mestiere fatto a regola d'arte, non si è mai imparato a sufficienza. E so di essere solo all'inizio. Un'altra cosa è ancora più certa, soffermarsi a pensare va bene. Ma alla fin fine esistono il riquadro laterale delle revisioni e i relativi commenti (su cui, di solito, mi dilugo troppo) . E quindi, posso anche soffermarmi un po' di meno. Torno al mio "Ex", poiché la Deadline non è vicinissima ma vista la frequenza e la durata delle mie "pause di riflessione",meglio tornare alla tastiera sul file del romanzo.
Ps: vi giro il link della pagina della mia autrice, in cui compare il romanzo su cui sto lavorando, nela sua versione originale
.https://www.amazon.it/Birgit-Kluger/e/B005UM5S0K/ref=sr_ntt_srch_lnk_1?qid=1482153992&sr=8-1

...e poiché mi auguro altre recensioni scritte da lettori entusiasti, giro il link del mio primo romanzo tradotto per lei:     https://www.amazon.it/Mai-fidarsi-di-un-gigol%C3%B2-ebook/dp/B01N3UVWYJ/ref=asap_bc?ie=UTF8

...e dato che manca meno di una settimana a Natale, auguro a ogni collega linguista, traduttore e traduttrice di poter essere sempre tanto ma tanto LOST IN TRANSLATION. Come piace a me.
🎄🎄🎄

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